Navi dei veleni e tettonica divina

Era più di un anno che volevo leggere il libercolo del grande Lucarelli sulle navi dei veleni nel mediterrano, intitolato saggiamente “Navi a Perdere”. Vuoi per sfiga, vuoi per pigrizia, ancora non ero riuscito a trovarlo né in libreria né negli scaffali degli amici. Un paio di settimane fa, passaggiavo come un alieno fra gli stand di Terra-Futura e fra uno shampoo al cedro e un depuratore mi è capitato fra le mani il libercolo in questione. L’ho preso al volo e l’ho lasciato decantare sul comodino per un bel pò, come si fa con il vino di qualche annetto. Questo fine settimana sono dovuto tornare a casa della mamma, ad accudire mia nonna e montare 15.000 mobili dell’ikea sprapagliati per tutta casa. (Una volta c’era “l’uomo di casa”, che faceva tutti i lavoretti di manutenzione, adesso si è trasformato nel “montatore dell’ikea”, dequalificandosi non poco.) Dopo una sudata mortale in piena fase digestiva, a seguito del corpo a corpo con la maledetta libreria, mi sono messo a leggere Lucarelli, che stimo tantissimo, almeno quanto Piero Angela, l’unico che mi parlava di sesso durante la pubertà (ebbene si, io la vagina l’ho conosciuta attraverso Superquark).
Ma torniamo alle navi dei Veleni. Il Lucarelli scrittore è identico al Lucarelli televisivo. Lo stile narrativo è così coincidente con le puntate di “blu notte” che mentre leggi,  vedi le sue manine raccolte in preghiera, inseme alle  sagome di cartone che sbucano dall’ombra. Lentamente, via via che si va avanti con la lettura, tutte queste immagini si sostituiscono ad altre ben più infelici: immagini che si riferiscono a fatti, fatti che si legano in interpretazioni, interpretazioni che si trasformano in ulcere perforanti. Lucarelli fa emergere dalle sabbie degli anni 80 una serie di vicende inquietanti ed apparentemente slegate l’una dall’altra. Si parla dei misteriosi affondamenti di più di 40 navi nelle fosse più profonde del mediterraneo, dalla Calabria alla Sicilia, ma si parla anche di smaltimento di scorie radioattive e rifiuti pericolosi, di traffico di armi e di complicità governative, di morti sospette e di ipocrisia italiota. Non voglio in questa sede farvi il riassunto di un librino che si legge tranquillamente in un’ora, sicuro che chi è interessato farà in modo di trovarlo e leggerlo. Questa storia non è un episodio segreto. Lo scandalo delle navi dei veleni non è un fatto ignoto; è stato alla ribalta della cronaca per diverse settimane. Repubblica e l’Espresso hanno fatto diversi speciali e inchieste. Questo significa forse che quasi tutti gli Italiani dovrebbero conoscere la vicenda, o quantomeno averla sentita fra le chiacchiere del bar. Probabilemnte però il fatto che il mediterraneo sia una discarica di scorie radioattive non interessa, come non interessa sapere che l’Italia e altre nazioni industrializzate hanno smaltito le loro scorie radioattive e i loro rifiuti pestilenziali nei paesi del sud del mondo, magari con un bel conflitto in corso. Si perchè seppellire dei rifiuti in un territorio già maciullato dalla guerra in cambio di armi per continuarla sembrava un’ottima idea. E i nostri stati evoluti e democratici hanno preso la palla al balzo. L’assassinio di Ilaria Alpi e del suo cameraman a Mogadiscio mentre portavano avanti un’indagine su questi interessanti scambi fra italia e Somalia, è stato fatto passare dalla commissione parlamentare presieduta da Carlo Taormina come un banale incidente, dichiarando che«I due giornalisti nulla mai hanno saputo e in Somalia passarono una settimana di vacanze conclusasi tragicamente». Gli italiani sono troppo occupati a capire che cosa farà domani Lady Gaga o chi vincerà il grande fratello per porsi il problema di dove cresceranno i loro figli. Che importa se un giorno invece di raccogliere telline sulla spiaggia raccoglieranno pezzetti di uranio. si abbronzeranno prima. Nel Frattempo il Governo propone l’esaltante piano di riattivare il nucleare in Italia, tanto abbiamo un metodo tutto nostro per smaltire le scorie e non è quindi importante se questa scelta ci riporta indietro di 50 anni. I nostri bravi concittadini lo votano lo stesso il Grande Silvio, perche tutti vorrebbero essere belli, ricchi e abbronzati come lui. La mia mente acida segue il percorso di un malato terminale, dall’incredulità, alla rabbia feroce, ad un disarmante senso di impotenza, fino ad arrivare al misticismo pregando un Dio a caso di fare sprofondare questa terra vergognosa con tutti i suoi abitanti in fondo al mare. Un movimento tettonico improvviso che ci stacchi per sempre dalla storia e dall’esistenza perchè non ce la meritamo.
Questa voce è stata pubblicata in libri. Contrassegna il permalink.