Italia de profundis è scritto in maniera magistrale. stilisticamente godurioso come una birra gelida sotto il sole a 50 gradi. l’ispezione (per non dire l’autopsia) che l’autore compie su se stesso ha risvegliato in me punti di domanda che sopivano da anni sotto le ceneri della mia quotidianità. purtroppo, anche se Genna fa di tutto per disintegrare il principio di identificazione, spesso mi sono inserito nella camicia dell’autore e spesso mi è venuto voglia di prenderlo a calci in culo. indipendentemente da questo mi ha legato stretto a lui e non riuscirà a liberarsi di me. La parte finale sul villaggio turistico, è stata condizionata praticamente da subito dalla precedente lettura di D.F. Wallace. mentre leggevo facevo paragoni e non immaginerete mai il mio stupore quando il maledetto Genna lo chiama in causa. La digressione sulla morte incredibile di uno dei miei autori preferiti mi ha commosso e mi ha aperto a delle interpretazioni che il mio cervello non aveva formulato. in sostanza una lettura non semplicissima e molto profonda, da leggere con attenzione e con le dovute pause meditative. Se lo prendete sotto gamba non rimarrà che cenere, se lo prendete troppo seriamente vi fotterà il cuore.